Storia
Èun luogo consacrato dalla presenza degli eremiti bizantini fin dal X° secolo, dal nome probabile di S.Sofia, avente funzione di ‘cattolica’, cioè di chiesa che riunisce i fratelli eremiti della valle circostante per la preghiera di veglia del sabato e la liturgia della domenica, e che fu abbandonato nel XIV secolo e poi ricostruito dagli Spagnoli nel 1635, con il nuovo nome di S. Maria di Monserrato.
Descrizione
La vita eremitica non è una chiusura nell'isolamento, né una fuga dalle relazioni umane. La grotta, luogo degli antichi eremiti, non ha porte, anzi si apre per accogliere chi salga in cerca di un ascolto sempre così raro… Essa non è neanche una scelta di solitudine assoluta - salvo nei primi anni in cui la solitudine è necessaria per ascoltare profondamente la "voce del silenzio sottile" che dice la volontà del Signore. Infatti l'eremo può essere luogo di condivisione fra poche sorelle o fratelli, sempre che tutti ne condividano lo spirito e la preghiera.
L'essenziale dell'eremo è il silenzio: silenzio come assenza o non-ascolto di voci discordi e aggressive, e soprattutto silenzio interiore, condizione necessaria per l'ascolto di Dio e dei fratelli. La Parola di Dio è vero cibo, da consumare nella preghiera e nei tempi della 'lectio', e da offrire a chi lo chieda. L’accoglienza temporanea, anche in vista di un ritiro spirituale, è limitata allo spazio della piccola foresteria, una struttura in legno, "l'isba", dove chi viene può vivere in autonomia, condividendo la preghiera, le meditazioni e, se necessario, un aiuto nel lavoro.
Questo eremo è luogo di incontri: mensili, il secondo sabato del mese, per la lectio continua dei salmi; periodici, con gli amici della Comunità Bizantina di Reggio - Bova e della nostra diocesi, e con la celebrazione della divina liturgia e la partecipazione degli amici dell’eparchia di Lungro; incontri biblici che vengono richiesti periodicamente…il tutto però regolato con sobrietà e misura. Da alcuni anni ormai questo luogo, rispondendo alla sua vocazione di 'cattolico', funziona come un santuario dell’ecumenismo.
"Laura" della Santissima Trinità
Il 5 agosto 2012, vigilia della Trasfigurazione, si è costituita una fraternità spirituale dell’Eremo chiamata "La Laura della Santissima Trinità". Il termine greco "laura" (pron. lavra) significa "sentiero" ed è il nome con cui si definivano le fraternità eremitiche dei padri del deserto: ogni sabato e domenica, gli eremiti di una valle o regione del deserto si riunivano in un santuario, chiamato poi "cattolica", per la veglia della notte e la liturgia della domenica. Nell’Eremo dell'Unità si è così, formato un piccolo gruppo di persone che, volendo condividere la stessa vocazione battesimale che è la base di ogni vocazione nella chiesa, hanno chiesto di approfondire una ricerca comune, i cui elementi essenziali sono : la lettura di un libro della Bibbia e le risonanze sul testo; l’approfondimento della spiritualità della chiesa d’Oriente e della tradizione del monachesimo; le radici ebraiche della nostra fede… Questo avviene in un giorno di ritiro mensile, dove ognuno poi condivide liberamente con le altre qualcosa della propria esperienza di vita e di fede, anche alla luce delle letture meditate.
Testimonianza di Suor Mirella Muià
Vivo qui dal 2002, avendo risposto all'invito del vescovo G. M. Bregantini che mi aveva detto l’anno precedente: "Se vieni, ti darò una chiesa da far rinascere". Queste parole corrispondevano alla chiamata che avvertivo da tempo: una chiesa che rinasca nel segno dell’unità fra Oriente e Occidente e dell’eredità monastica dei padri del deserto. Nello stesso anno, venne in visita il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, con cui ho parlato di quello che stavo vivendo e che mi disse con chiarezza: "Questa è una vocazione per la chiesa di Calabria nel segno del monachesimo italo - greco che è la sua storia". L'anno successivo venni dunque a Gerace.
Ringrazio il Signore che mi ha chiamata qui nel segno del respiro comune delle chiese, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.